Nella sella fra il Monte Budellone e quel che rimane del Monte Paitone, letteralmente mangiato dalle cave, si trova una cavità nota con il nome di Buco del Frate. La grotta, che si trova nel territorio del comune di Prevalle, è la più importante tra le numerose cavità che sono presenti nel cosiddetto "Carso Bresciano" che si estende nel territori montuosi del comuni che vanno da Botticino a Gavardo passando per Rezzato, Mazzano, Nuvolera, Nuvolento, Paitone e Prevalle.
Descrizione della Grotta
Vi si accede attraverso due ingressi distinti: il piu ampio e piu basso di quota, immette in una grande sala discendente tramite una dolina di crollo, nella quale sono stati costruiti una serie di gradini. II suolo della sala è occupato nella parte iniziale da enormi massi franati dalla volta e verso il fondo da un notevole deposito di argilla rosso che ha restituito numerosi reperti di interesse paleontologico. Da questo salone si dipartono due rami. A sinistra parte il "ramo del fango", che si sviluppa in una serie di piccoli ambienti fortemente riempiti dall'argilla e raggiunge, attraverso alcuni disagevoli pozzetti, una piccola pozza d'acqua che rappresenta con i suoi 53 metri la massima profondita della grotta.
A destra invece un basso varco mette in comunicazione con un altro vasto salone da cui penetra la luce del secondo imbocco. Per ben due volte negli ultimi vent'anni gli speleologi sono dovuti intervenire per togliere il materiale che, scaricato dalle cave e fluitato dalle acque meteoriche, aveva ostruito il passaggio.
Gli antichi frequentatori della grotta
Come abbiamo accennato, al Buco del Frate è presente una fauna interessante e molteplice: infatti oltre ai pipistrelli sono presenti anche insetti endemici che vivono esclusivamente in questi luoghi. Accanto a questi minuscoli "fossili viventi" si sono conservate anche testimonianze fossili di altri esseri, di ben maggiori dimensioni, alcuni del quali però hanno avuto vita meno breve essendo gia estinti. Si tratta di fauna fossile conservata nelle sacche argillose sul fondo del primo salone: stiamo parlando del resti di piccoli e grandi mammiferi che popolavano le nostre terre in epoche lontane.Questi resti ci parlano di condizioni climatiche diverse dalle attuali e sono riferibili all'ultimo periodo glaciate, quando il clima fresco e umido del tardo Wurmiano determina nelle nostre zone un paesaggio simile alla taiga siberiana o canadese con limpidi corsi d'acqua abitati da Castori e un ambiente forestale a pino silvestre, betulla e salice abitato da Cervi, Ghiottoni, Martore e Volpi.Ma nel deposito argilloso del Buco del Frate i meglio rappresentati sono i grossi carnivori: piu di cinquanta individui di Orso delle caverne, ma anche il Lupo e non manca la Iena delle caverne.
Il Buco del Frate oggi
Attualmente la nostra grotta, che è diventata un Monumento Naturale per una legge della Regione Lombardia, si è resa utile ad un nuovo compito che riteniamo di meritorio valore sociale: quello didattico. Grazie alla collaborazione tra I'Associazione Scientifica Studi Carsici "GB Cacciamali" e il Comune di Prevalle, migliaia di bambini e di giovani studenti hanno avuto modo, attraverso visite guidate, di avvicinarsi in modo pratico al mondo sotterraneo e, cosa importante, di essere sensibilizzati sull'importanza di una adeguata protezione del fenomeni e del territori carsici.