I lavori che durante la scorsa estate hanno tagliato in due il collegamento tra la Valtenesi e la SS45 bis per rinforzare le arcate del Ponte tra Prevalle e Calvagese oltre a qualche disagio hanno rispolverato l'interesse per un antico manufatto ricco di storia e di fatti curiosi.
Beninteso, fatti e vicende minori, senza pretese e senza le ambizioni o le vanità di altri e ben più significativi ponti che hanno segnato la storia. Tuttavia sussulto dal passato ci viene anche da questo piccolo ponte incassato tra le poche case di qua e di là dal Chiese in un vero e proprio luogo di frontiera, da una parte la Quadra di Gavardo e dall'altra la Riperia di Salò.
Qualcuno ha avanzato una ipotesi, un poco fantasiosa per il vero ma decisamente affascinante, che proprio da questo ponte sia transitato il grande imperatore Costantino. Nel 312 d.C. Costantino portò battaglia all'esercito del suo antagonista Massenzio presso Lugana di Sirmione (...pare), le truppe del futuro imperatore riuscirono ad anticipare il nemico scegliendo, per oltrepassare il Chiese, una strada alternativa a quella per Pontenove di Bedizzole presidiato massicciamente dall'esercito di Massenzio. Sembra, dunque, che le avanguardie di Costantino, imboccando l'antica strada Treponti-Vobarno e prendendo poi a destra a Prevalle, all'altezza della frazione Baderniga si diressero verso il Chiese che scavalcarono appunto a Ponte Clisi per raggiungere poi Carzago e raggiungere il basso lago accerchiando così il nemico. Non si disse, come è ovvio, se attraversò un ponte, una passerella o un semplice guado, certo è che si ritenne quantomeno plausibile, anche alla luce di considerazioni storiche e archeologiche fondate, che una via di comunicazione congiungesse, scavalcando il Chiese, due arterie importanti già in epoca romana come la strada Treponti-Vobarno e la Bedizzole-Bottenago-Salò.
Nei pressi di quel ponte si concentrarono sul versante di Prevalle, pardon Goglione, un importante mulino, a tre ruote, come dire un grande stabilimento, attestato in documenti sin dal secolo XI, e poi una pochissimo conosciuta chiesetta dedicata a Santo Stefano (la strada e i prati da Prevalle al Ponte erano noti ai più anziani come "contrada de Sànt Stéfen") dimora abituale per lungo tempo di un vecchio eremita.
Ma il ponte fu soprattutto luogo di mille vicende di storia quotidiana, piccoli accadimenti che forse storia non lo sono nemmeno, ... o forse si. Come quando nel 1737 il ponte fu teatro mesto delle esequie di una vedova che, deceduta a Muscoline, fu portata a S.Zenone. Proprio sul ponte il feretro fu preso in consegna dal corteo di Goglione di Sotto dove poi la salma fu tumulata in chiesa nello spazio riservato alla famiglia. Il piccolo avvenimento venne accuratamente registrato quasi in forma scenografica sui documenti ufficiali.
Parrebbe quasi di immaginare la scena, la salma su un carretto trainato da un bue, le litanie e l'incenso a confondersi con la polvere della stradicciola e i profumi della primavera appena iniziata... Ci rimane solo, invece, la nota d'archivio sul registro dei Morti di S.Zenone.
Ma una pagina fondamentale della storia di Ponte Clisi è legata all'epopea di Giuseppe Garibaldi. Quando nel giugno del 1859 l'incalzare degli eventi costrinse gli Austriaci ad un ripiegamento verso i luoghi che poi furono teatro di storiche e sanguinose battaglie: S.Martino e Solferino, le milizie imperiali pur di tagliare le comunicazioni non esitarono a distruggere tutti i ponti sul Chiese da Gavardo a Calcinato.
Anche Ponte Clisi fu implacabilmente fatto saltare dagli Austriaci il 14 giugno 1859 ma nella sola arcata di sera (quella verso Prevalle).
Il Ponte di Gavardo fu ricostruito, in quei giorni frenetici, a tempo di record e consentì un ingresso trionfale all'"Eroe dei due mondi" che poi proseguì la sua marcia verso Bezzecca. Ma anche il ponte di Calvagese, data l'importanza del collegamento, fu provvisoriamente ricostruito in legno nel giro di pochi giorni. Dopo circa tre anni, tuttavia, la travatura di pioppo pare si fosse marcita e il Comune di Calvagese, dopo aver commissionato una perizia all'ing. Agostino Bernardinelli Sartori si decise a realizzare una solida arcata in muratura. I lavori, iniziati nel 1863 furono portati a termine in soli 44 giorni.
Durante i lavori di restauro del ponte ebbe luogo un curioso ritrovamento. Così lo racconta P.Anacleto Mosconi che l'ha ritrovata in un vecchio numero dei Commentari dell'Ateneo di Brescia: "Un certo scalpore suscitò, a suo tempo, la notizia che ricostruendo il Ponte fu trovato "un pezzo di cranio molto singolare". Fu invitato a vederlo l'abate Antonio Stoppani [noto geologo e naturalista] e il professor Mayer di Glasgow i quali ne trassero l'originale conclusione che si trattava di un anello di congiunzione fra i generi bos et ovis, non rinvenuto innanzi nè studiato".
Ma la domanda che sorge spontanea è: in che epoca fu realmente costruito il ponte che, almeno nella sua parte più antica, cioè quella che si collega alla sponda in territorio di Calvagese?
La risposta è a portata di mano tra le carte degli archivi di Calvagese, quello comunale e quello parrocchiale. Infatti il ponte è sempre stato denominato, considerato e, anche di fatto, parte del patrimonio del Comune di Calvagese.
Un prezioso registro conservato presso l'archivio della Parrocchia di San Pietro in Cattedra di Calvagese riporta i tratti salienti della contabilità e degli atti riguardanti la costruzione del ponte.
Per lo più contiene annotazioni che dovevano costituire il brogliaccio delle entrate ed uscite finalizzate alla costruzione del ponte di pietra a partire dal 1767.
Questa è in effetti la data fatidica che segna la costruzione o, per meglio dire, la ricostruzione, del nuovo ponte di Calvagese in luogo di un preesistente. A partire da quell'anno si riscontrano le prime informazioni sulle persone elette e deputate dalla Comunità di Calvagese alla "fabbrica del novo ponte sul fiume Chies".
Viene ricordato come riguardo al ponte vecchio concorressero alle spese per avere diritti di passaggio altre comunità vicine quali ad esempio quella di Muscoline alla quale spettava il versamento di una quota annuale.
La prima data significativa è il 26 marzo 1767, in quel giorno risultano incaricati Carlo Bolani e Carlo Comiti, Architetti e Capi Mastri per la costruzione del "novo pilone in mezzo al fiume Chies per il novo ponte da farsi". I lavori durarono presumibilmente diversi anni e alla realizzazione del pilone centrale seguirono le arcate eseguite da altri tecnici. E' così che il 5 agosto 1770 risulta liquidata a Domenico Ceresa e a Domenico Goggi, Capi Mastri dell'opera la somma di mille e cinquecento troni, rappresentanti solo l'acconto dei duemila scudi accordati per la fabbrica del nuovo ponte.
Anche la Comunità di Goglione fu coinvolta da questa importante opera di comunicazione cui non poteva rimanere indifferente. Con atto del 2 ottobre 1770 rogato dal notaio Bortolo Bontempi la Comunità di Goglione si impegnava a versare al Comune di Calvagese duemila e ottocento lire piccole per il libero passaggio di quel ponte ai suoi abitanti.
Nella seconda parte sono contenute notizie riferite all'appalto del pedaggio, a partire dal 1770 fino al 1785. Dovete sapere che, al pari di una moderna autostrada, il passaggio dal ponte fu soggetto a pedaggio con tanto di "casella" del gabelliere. La "casella", o residenza dell'esattore, si trovava in quella costruzione rialzata che si nota ancora oggi per la sua originalità al lato sinistro della strada sulla sponda di Calvagese. Qui un tempo risiedeva il titolare dell'appalto per la riscossione del pedaggio mentre sulla strada troneggiavano due piloni ai quali si appoggiava una perentoria cancellata a sbarrare il passo a chiunque non ne avesse diritto o non sborsasse il dovuto.
Il primo "esattore" che si aggiudicò l'affitto della riscossione del pedaggio il 20 marzo 1771 (data che dovrebbe, presumibilmente, segnare la fine dei lavori di costruzione e l'apertura del ponte) fu un tale Bortolo Bonizardo proprio di Goglione.
L'affitto della riscossione del pedaggio, affidata di anno in anno dietro pubblico incanto (una sorta di asta pubblica) durò fino almeno al 1883 mentre non si ha notizia certa di quando il balzello sia stato abolito.