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Cenni Storici
Anticamente chiamato Goiono o Goione, il paese fu separato amministrativamente e spiritualmente nel 1792 costituendo due diverse comunità: Goglione Sotto e Goglione Sopra e due distinte Parrocchie: S.Zenone e S.Michele. Venne poi ramificato con Regio Decreto nel 1928 accompagnato dall'imposizione del nuovo nome di Prevalle nel senso, non completamente appropriato, di "prima della Valle (Sabbia)". E' localizzato tra il fiume Chiese e il Monte Budellone allungato sulla piana tra Gavardo e Nuvolento in quello che anticamente fu denominato Pedemonte Bresciano. Il reperto più antico del territorio fu rinvenuta nel 1956 ad opera dell Gruppo Grotte Prevalle, sodalizio operante nell'ambito speleologico, presso il "Bus dei Lader", una cavernetta sul versante meridionale del Monte Budellone. Qui venne riportato alla luce un manufatto in pietra caratteristico del Paleolitico superiore, uno tra i più antichi mai rinvenuti nella provincia di Brescia. Oltre a questo reperto, gli stessi scavi restituirono anche materiali faunistici consistenti in frammenti di ossami di orso speleo, bisonte, marmotta, talpa e di svariati micromammiferi rinvenuti sul territorio A breve distanza, sempre in territorio di Prevalle si trova la nota Grotta denominata "Buco del Frate", uno tra i più importanti monumenti naturalistici della Lombardia. Qui, negli anni '60 furono ritrovati numerosi reperti di straordinario interesse paleontologico tra cui spiccano i resti di un Ursus Spelaeus (il mitico Orso delle Caverne) interamente ricostruito ed oggi conservato presso il Museo di Gavardo. Le numerose e significative grotte presenti nella zona hanno meritato la denominazione di "Carso Bresciano" a tutta l'area delle Prealpi compresa tra Prevalle, Paitone, Gavardo e Serie. In epoca romana pare accertata la presenza di una strada che lungo la direttrice da Virle verso Salò e la Vallesabbia tagliava la piana di Goglione toccando la Pieve di Nuvolento, le località Soniga e Baderniga per poi puntare verso Gavardo attraverso Bolina. Tutta la campagna al di qua del corso del Naviglio pare inoltre caratterizzata da forme di centuriazione, vale a dire resti della suddivisione dei terreni in forma regolare, tipica della colonizzazione romana dell'Italia Settentrionale. In epoca tardo medievale il territorio e la campagna del paese furono recuperati all'uso agricolo e sorsero i primi nuclei del paese sparsi in minuscole e frammentate contrade. Queste nacquero infeudate alle due autorità locali del tempo: la parte settentrionale, sorta intorno ad una chiesa di San Michele, costituì un benefìcio della nobile famiglia Lavellolongo per conto del Vescovo di Brescia che aveva preminenza e una sede in Gavardo; la parte meridionale costituì una fertile tenuta del monastero benedettino di San Pietro in Monte Orsino di Serie.
Numerose tracce lasciarono i monaci benedettini soprattutto nelle due frazioni di Celle e di Acquatica con complessi rustici di un certo rilievo tra i quali uno con particolari, archi e loggiati, risalenti al XIV secolo.
Seppur legate da uno stesso nome di luogo, "Goyono", si svilupparono quattro contrade di Sopra e quattro di Sotto, aggregate intorno a due antiche chiese: San Michele e San Zenone.
La prima attestazione del toponimo Goyono risale al secolo XI ma il primo documento importante risale al 1253 allorquando il Comune di Brescia stipulò un contratto con un valente capomastro, "magister Barlinus de Gojono" cui veniva affidata la direzione dei lavori di ricostruzione delle opere per l'incanalamento del Naviglio dal Chiese a Gavardo. Per taluni quest'opera, propiziata dal Vescovo Berardo Maggi, pare essere la vera realizzazione del Naviglio mentre per altri si trattò del rifacimento di un canale già esistente forse in epoca romana.
Verso la fine del secolo XIII dovette costituirsi anche la Communitas o Universitas che univa gli uomini liberi del territorio di Goglione salva guardandone alcuni diritti e privilegi in rapporto alle autorità imperiale, vescovile e del monastero serlese. A partire dal 1426, poi, il territorio di Goglione passò sotto il dominio della Repubblica di Venezia inserito nella Quadra di Gavardo che perdurò fino al 1797. Con un testamento datato 15 luglio 1345 un ricchissimo possidente, forse un usuraio, Fiorino Bonomo Mandagusini lasciava tutti i suoi beni costituiti da numerosi terreni e case, in remissione dell'anima sua e dei suoi defunti a favore della costituizione di una prebenda intitolata a Sant'Antonio presso la cappella di San Zenone. Precisava poi che qualora ciò non fosse stato possibile o fosse intervenuto qualche legittimo impedimento tali beni avrebbero dovuto essere amministrati da un Consorzio o Consiglio di Laici che avrebbe dovuto amministrarli e distribuirli presso i "poveri e miserabili" delle terre di Goglione e di Paitone.
Accadde però che quando nel 1462 il Vescovo di Brescia Bartolomeo Malipiero staccò la chiesa di San Michele dalla Pieve di Nuvolento e la eresse in Parrocchia le unì anche la "cappellania" e ogni dotazione di San Zenone. Tale situazione durò "pacifice et quiete" fino a quando, essendo parroco di San Michele don Cristoforo de Bondo, nel 1498, scoppiò un contenzioso destinato a perdurare per secoli. Solo nel decennio dal 1752 al 1762 si contarono almeno 27 atti criminosi con morti e feriti per gli aspri dissidi derivanti dalle due fazioni. Ogni pretesto (processione, titoli, diritti e precedenze) delle chiese come del comune, serviva ad esacerbare gli animi. Nel 1762 il Podestà di Brescia, esasperato dai continui contrasti, decise perfino di indire un referendum dei capifamiglia per sondare l'efficacia della richiesta separazione in due comuni. Dei votanti 53 si dichiararono favorevoli, 75 contrari e 7 non si espressero. Dal pronunciamento non discese alcun provvedimento ma, a seguito di un ricorso al Doge nel dicembre 1792 fu decretata la divisione in due comuni e quasi
contestualmente la divisione in due Parrocchie. Sorsero così i due comuni di Goglione Sotto e di Goglione Sopra autonomi in tutto e divisi territorialmente da una linea divisionale segnalata da cippi di cui alcuni tuttora esistenti.
Nella sua relazione del 1610 il Podestà di Brescia Giovanni da Lezze si sofferma sulle numerose - per il tempo - strutture produttive del paese: due mulini, una "rassega", una macina da olio e tre fucine.
Dal 1701 al 1705 il territorio di Goglione e dei paesi vicini fu teatro di vessazioni e saccheggi nel corso della guerra di successione al trono spagnolo tra truppe francesi e tedesche. Le cronache del tempo registrano come Goglione e altri villaggi vennero saccheggiati "con tutte le enormità per le chiese e per le donne". Una lite per la spartizione del bottino scoppiata proprio a Goglione finì con due morti e quaranta feriti.
Nel 1859 gli Austriaci, in ritirata incalzati dalle truppe garibaldine, fecero saltare tutti i ponti sul Chiese, tra questi anche quello tra Prevalle e Calvagese, ricostruito nel 1771 forse su uno preesistente di epoca romana. Di questo antico passaggio sul fiume Chiese si racconta che potesse essere stato gettato da Costantino nel 312 quando a tappe forzate pervenne al vittorioso campo di battaglia di Lugana di Sirmione contro Massenzio.
Nella seconda metà dell'800 i due borghi rurali di Goglione Sopra e Sotto vissero decenni di grosse difficoltà economiche e di evoluzione sociale. L'agricoltura ristagnava, la bachicoltura andava in crisi con la chiusura dell'unico filatoio mentre ancora resistevano nel 1885 sette telai a domicilio e due fucine da ferro, da sempre risorsa caratteristica unitamente ai magli che sfruttavano una particolare predisposizione di alcuni canali idrici allo sfruttamento per fini industriali.
Dal 1881 il paese fu servito dalla tranvia Brescia-Salò mentre nel
1904 entrò in attività anche il tronco ferroviario Rezzato-Vobarno. Fino a pochi decenni or sono si caratterizzava come paese preminentemente agricolo ad esclusione di poche strutture produttive concentrate prevalentemente a Goglione Sopra: fucine, magli e una filanda che sfruttavano l'energia dei corsi d'acqua. A partire dagli anni '60 ebbe inizio l'insediamento di numerose aziende grazie all'inserimento del territorio comunale nel piano per le "Zone Depresse". Oggi conta più di 400 imprese.
I Luoghi del cuore
ll paesaggio muta nel tempo, più spesso per mano e per opera dell'uomo. Ma in ciascuno risiede insito il bisogno di ripercorrere a ritroso quella strada che riporta alle origini e rende partecipi di quella parte di storia che non ci è stato dato di vivere e che pure è parte viva ed integrante del patrimonio culturale e sociale. Marcello Zane, "Le Storie del Paesaggio ", Gavardo 1992
Sulle sponde del Naviglio, fra gli ubertosi vigneti e le fertili pianure che fanno così strano contrasto con le roccie brulle delle colline soprastanti alla via salodiana, giace Goglione. Fu anticamente unico comune con unica parocchia dipendente dalla pieve di Gavardo: oggi sono due comuni e due parocchie, denominati rispettivamente, con un affisso molto discutibile, Goglione sopra e Goglione sotto.
mons. Paolo Guerrini, Illustrazione Bresciana, 1907
Ognuno il suo Paese ama ed onora, sia grande e piccol, noto o sconosciuto: al mio Comune io voglio bene ognora perchè qui sono nato e son cresciuto.
Bello è Prevalle: il verde a Primavera inonda i campi e domina il pianoro, e dall'aurora fino a tarda sera è un frusciar d'ali e un cinguettio canoro.
Ma un tempo era palude questa terra. Da Serie i frati di S.Benedetto la prosciugaron, dopo un'aspra guerra contro il fuggir del Chiese dal suo letto.
Lucio Foffa, 1957
Sotto questa cura di Goione sono otto ville o villaggi, o Vicinie, tutte censite sotto il nome di Goione, ciascuna ha un proprio nome distinto e ciascuna delle sopraddette chiese di San Michele e San Zenone è parrocchiale comune. Gli uomini di dette comunità trattano ora della riduzione delle due chiese in una sola da costruire ex novo in un luogo più comodo per tutti i villaggi di detta comunità, ma fra di loro sono discordi.
Relazione della Visita di San Carlo Borromeo, 1580.
Goglione Sotto, ora Prevalle, è una parrocchietta che gode le miti arie dei primi colli che accennano alla barriera bresciana del Benaco Occidentale. Molta pace laboriosa in quel paese... Domina la vigna e verdeggiano i pascoli. I lavori culminano alla vendemmia. Si vive seguendo le opere e i giorni segnati da un calendario normale. don Giovanni Bonsignori, parroco di San Zenone dal 1875 al 1881.
Risalendo la sponda del fiume Chiese prima di Gavardo, porta che accede alla Valsabbia, dove degradano le asperità di Serie e ai piedi del tortuoso monte Budellone si apre la piana di Prevalle. Qui, in tempi immemori, risanate le terre acquitrinose, sorsero le contrade di Goglione e qui ebbe inizio la storia del paese. Oggi, Prevalle conserva ancora numerosi angoli che trasudano di passato e tra questi alcuni veri e propri tesori. Forse il più importante e di certo il più affascinante, è il Palazzo Morani-Cantoni, oggi sede del Municipio.
Fausto Lechi, Le Dimore Bresciane, 1975
Adunque, tra Brescia e Salò, vi sono due montucoli. non belli in verità che da lontano in apparenza sembrano due cataste di sassi e le loro cime toccano a fatica i 400 metri. I due montucoli si chiamano Paitone e Budellone e tra loro è una selletta sdoppiata da un cocuzzoletto: la quota 305.
Niente di spettacolare quindi e fino a non molti anni or sono essi conducevano una vita modesta ma tranquilla, cui facevano solo solletico un paio di cave che ne grattavano i fianchi. Nei pressi giace una grotta che, mi perdonino talune pudiche orecchie, si chiama <Buco del frate> per colpa di una leggenda che insinua come in passato la grotta fosse abitata da un frate che aggrediva i passanti. E' certo leggenda perchè nelle molte ricerche fatte in questa grotta mai abbiamo trovato traccia nè del Frate nè delle sue presunte malefatte. Ma non è questo che importa. Intendiamoci subito: il Buco del Frate (Numero 1 del catasto Speleologico Nazionale) non è una Postumia, nè una Castellana: non è un succedersi di vani adorni di trine calcaree e di merletti di roccia pur avendo una sua inconfondibile selvaggia bellezza, ma è una grotta di grande interesse per lo studioso. Non è una mia scoperta perchè quando nel 1922 vi posi piede essa era già nota agli indigeni certo da secoli (e del resto avevo avuto come precursore il famoso frate!), io mi posi a svaligiar la grotta dei suoi tesori e ve ne trovai gran dovizia. Non tesori da valutare con le quotazioni dell'oro, ma coleotteri e ragni, isopodi e miriapodi e tante altre meravigliosissime bestiole Altri trovarono poi l'orso ed anche qualche traccia dell'uomo.
Corrado Allegretti, "Natura", 1963
Dirò perciò di alcuni antri, l'uno presso il monte detto Budellone, fra Paitone e Gavardo, vicino alla strada che da Brescia mette a Salo', detto il Bus del Fra'; un altro nei monti di Serie, e poi di un seno profondo e vorticoso del fiume Chiese fra i territori di Bedizzole e Goglione di Sotto. Tutti luoghi, questi, che si ritenevano infestati da creature: streghe, orchi, folletti e il terrificante "bào" che si credevano infesti ai prodotti della terra, ora sotto forma di una grossa biscia che con il solo sguardo affascinava gli armenti e vi succhiava il latte, ora di un caprone che devastava i vigneti, ora di una pallida fiammella vagolante e che non si lasciava mai accostare ma che incendiava le biade, le eriche delle brughiere e i germogli dei boschi.
don Antonio Tenchini, 1856
A settentrione della borgata di Gavardo si diparte dal Chiese il Naviglio Grande che lambe i monti distendentisi per oltre 20 chilometri da Gavardo a Brescia. Anticamente serviva al trasporto di legnami e di altre merci, che veniva fatto a mezzo di zattere seguenti la corrente o tirate da cavalli pei quali era costruita la via Alzaia che segue parallela al Naviglio in tutta la sua lunghezza.
Diario Guida della Provìncia di Brescia, 1938.
Percorriamo la banchina del lungo Naviglio. Questa via non è altro che l'inizio dell'antica strada fiancheggiante il canale, sulla quale i buoi o i cavalli, mediante l'alzaia, trascinavano le zattere cariche di derrate per la città. Allorché terminano i fabbricati essa diviene, a seconda delle stagioni, polverosa o fangosa e raggiunge Goglione Sopra. Ma anche in questo deplorevole stato è bello percorrerla perchè non vi si incontra nessuno di quegli utili ma indiavolati veicoli motorizzati, ed è possibile abbandonarsi al sottile piacere del pensiero, che può in tanta pace svolgere tutte le sue speculazioni più o meno ardue. Gli occhi, dal loro canto riposano spaziando sul verde dei campi, mentre le orecchie sono cullate dallo sciacquio delle acque contro le sponde, le quali a loro volta di tanto in tanto si fendono per dar origine alle innumerevoli rogge che vanno ad irrigare la ferace campagna che lussureggia tutt'intorno. Più in là su di un ponte due vetusti pini stanno a guardia dell'ingresso della vasta tenuta di Bolina, mentre le due colonne in pietra lavorata secondo lo stile settecentesco che reggono il cancello testimoniano che in ogni tempo il senso dell'estetica e del bello non è mai venuto meno.
Arnaldo Baruzzi, 1943.
scritte nei diversi settori (industria, artigianato, terziario, commercio) con una realtà artigianale particolarmente florida e dinamica. Edifici di interesse sono costituiti dalle due chiese Parrocchiali: di San Zenone (riedificata agli inizi del XIX secolo) e di San Michele (esistente già nell'XI secolo) con numerose opere d'arte di pregio.
Di particolare rinomanza è Palazzo Morani-Cantoni, costruito verso la metà del XVIII secolo dalla nobile famiglia Morani appena fuori dall'abitato del paese in una cornice di verde di grande attrattiva. Oggi, dopo essere stato ristrutturato agli inizi degli anni'80 è adibito a sede del Comune ed è circondato da curiose leggende e tradizioni locali.
A Prevalle si trova inoltre il Santuario del Carrozzone dedicato alla Madonna quale ringraziamento per aver scongiurato un'epidemia nel 1830. Una curioso voto della gente del luogo porta tuttora ad osservare una tradizione che vuole svolgersi una processione alle 4.00 di mattina la seconda domenica di luglio di ogni anno.
Accesso libero e gratuito.
Regione: Lombardia
Provincia: Brescia
Coordinate: 45°33′0″N 10°25′0″E
Superficie: 9.86 km²
Abitanti:5.838 (aggiornato al 2004)
Densità: 566 ab./km²
Frazioni:Aquatica, Baderniga, Bassina, Borgolungo, Celle, Masserina, Mosina, Notica
Comuni contigui: Bedizzole, Calvagese della Riviera, Gavardo, Muscoline, Nuvolento, Paitone
CAP: 25080
Codice ISTAT: 017155
Codice catasto: H055
Nome abitanti: Prevallesi
Pagina aggiornata il 10/10/2024